LETTERA APERTA AI LEADER MONDIALI

Dopo la pandemia il mondo continuerà con un modello di sviluppo che provoca successive emergenze, economiche e sanitarie? Oppure investirà in un futuro diverso? 

Abbiamo tradotto per voi l’appello che Planetary Emergency Partnership, Club di Roma e centinaia di politici, imprenditori, attivisti di tutti i Paesi lanciano a chi decide il destino del pianeta.

Leggetelo e, se volete, firmate.

È giunta l’ora di tenere sotto controllo le nostre paure e alimentare la speranza reagendo alla crisi sanitaria, economica e climatica con soluzioni che, a lungo termine, costruiscano società resilienti.

Il mondo è precipitato in una crisi senza precedenti. Mentre la pandemia continua a diffondersi, vogliamo esprimere il dolore per le vite già perdute e la nostra solidarietà alle comunità più vulnerabili. Per far fronte a questa minaccia è necessario agire rapidamente e in maniera decisa. Per questo, siamo convinti sostenitori di tutte le misure che si rendano necessarie per salvare quante più vite umane possibile e per contrastare il devastante impatto del virus sul sostentamento e sulla sicurezza della gente. Questa crisi sta inoltre facendo emergere quanto siamo dipendenti gli uni dagli altri in termini di servizi sanitari, di approvvigionamento alimentare e di processi produttivi e distributivi: siamo un’unica umanità sullo stesso pianeta.

Appare fondamentale prendere atto del fatto che il pianeta dovrà affrontare una crisi profonda e di lunga durata, dovuta a una serie di sfide interconnesse a livello mondiale. Recenti studi sull’ecologia delle malattie dimostrano che il surriscaldamento globale, la perdita di biodiversità e la deforestazione sono i fattori scatenanti di questa e altre pandemie. La comparsa di malattie di origine animale e di altre malattie infettive come l’Ebola, la Sars, l’influenza aviaria e ora il Covid-19, causato da una nuova specie di coronavirus, è in rapida crescita ed è solo la punta dell’iceberg. Al pari del Covid-19, il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e il collasso finanziario non conoscono confini nazionali o fisici. Per arginare questi problemi è importante agire tutti insieme molto prima che si tramutino in crisi conclamate. Gli stessi, inoltre, non devono essere trattati come singole minacce, bensì come una possibile serie di traumi. Il cambiamento climatico sta già avendo un forte impatto sulle nostre vite: sta causando migrazioni di massa, minacciando le risorse alimentari, riducendo la crescita economica, rendendo sempre più frequenti le catastrofi naturali, limitando l’accesso all’acqua potabile e provocando milioni di morti da inquinamento atmosferico. 

Il Covid-19 ci ha dimostrato che i cambiamenti più radicali possono verificarsi anche da un momento all’altro. Tutto d’un tratto è l’alba di un nuovo mondo, di un nuovo modello di economia. Quella che ci si sta prospettando è un’opportunità più unica che rara per liberarci finalmente di un modello economico di crescita indiscriminata oltre che della vecchia economia basata sui combustibili fossili. Questa opportunità ci permette inoltre di stabilire un equilibrio duraturo nel tempo tra gli esseri umani, la loro prosperità e i limiti del pianeta. A seconda di come i leader mondiali decideranno di stimolare l’economia in risposta alla crisi da coronavirus, ci sarà un’amplificazione o una mitigazione delle minacce che affliggono il mondo. È per questo che dovranno scegliere saggiamente. Da un lato c’è il rischio che vengano prese decisioni incentrate sul breve termine, che nel lungo periodo continuerebbero ad accrescere le emissioni e a nuocere alla natura. Dall’altro, si prospetta l’opportunità di sostenere soluzioni che non siano solo in grado di ricostruire le nostre vite e far ripartire l’economia, ma sappiano anche accelerare la transizione verso società resilienti e verso economie a basse emissioni di CO2 e rispettose della natura.

Sappiamo bene quali sono le possibili soluzioni: investire nelle energie rinnovabili piuttosto che nei combustibili fossili, investire nella riforestazione, investire in sistemi alimentari sostenibili e in agricoltura rigenerativa, e passare ad un’economia più locale, circolare e a più basse emissioni di CO2. In un periodo di incertezza come quello che stiamo attraversando, queste azioni concrete rappresenterebbero anche una indispensabile fonte di speranza collettiva e di ottimismo verso una possibile rinascita.

Chiediamo ai leader di tutto il mondo di avere il coraggio, la saggezza e la lungimiranza necessari a cogliere l’opportunità di progettare una ripresa economica innovativa, che apporti un vero cambiamento grazie alla scelta di investire nelle persone, nella natura e in uno sviluppo a basse emissioni di CO2. Così facendo, ci aiuteranno a garantire un percorso che porterà ad azzerare le emissioni nel 2050, a migliorare la salute di tutti i cittadini del mondo, a ripensare il nostro rapporto con la natura e il modo in cui sfruttiamo il suolo, a trasformare i sistemi alimentari. Le misure previste per la ripresa non dovrebbero essere concepite come delle soluzioni facoltative, ma dovrebbero piuttosto includere forti incentivi economici che spingano aziende e industrie ad adottare un modello di impresa circolare a basse emissioni di CO2 e ad investire nella natura e nelle persone. È giunto il momento di liberarci dei combustibili fossili.

È altrettanto importante che i temi del clima e della biodiversità siano prioritari per il 2020 e per gli anni a venire, e che i leader mondiali mantengano lo slancio su questi fronti. Bisogna fare tutto il possibile affinché il lavoro svolto a livello mondiale sotto l’egida delle Nazioni Unite (Summit sulla Natura dell’Assemblea Generale dell’ONU, Convenzione quadro sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, Convenzione ONU sulla Biodiversità) non sia ingiustificatamente ritardato. Questi importanti summit potrebbero svolgersi online. Non dimentichiamoci che gli Stati sono più forti se uniti e che la cooperazione internazionale è la scelta migliore per far fronte alle future minacce.

È ora che ognuno di noi accolga la sfida della leadership collaborativa e contribuisca a trovare una via d’uscita da questa emergenza attraverso un reset dell’economia globale.  Le persone e la natura devono essere al centro di questa profonda trasformazione volta alla ridistribuzione, alla rigenerazione e al recupero. Le persone e il pianeta potranno raggiungere un buon livello di prosperità solo se saranno prese decisioni coraggiose oggi, che permettano alle generazioni di domani di vivere e crescere in un mondo migliore.   

(traduzione di Eleonora Carofei)

ECCO I PRIMI FIRMATARI. 

TROVATE IL MODULO PER ADERIRE QUI.

Carlos Manuel Rodriguez, Minister of Environment, Costa Rica

Sandrine Dixson- Declève, President of The Club of Rome

Johan Rockström, Director of the Potsdam Institute

Hunter Lovins, Co-Founder of the Rocky Mountain Institute

Elise Buckle, President and Director of Climate & Sustainability

Akanksha Khatri, Nature Action Agenda Lead, World Economic Forum

Fiona Ellis, Director of Business Declares

Chad Frischmann, Vice President and Research Director of Project Drawdown

Professor Sir Andrew Haines, Department of Public Health, London School of Hygiene, Tropical Medicine

Andrew Harper, Special Advisor on Climate Action, UNHCR

Lucy Almond, Chair and Director of Nature4Climate (tbc)

Marco Lambertini, Director of WWF International, and /or Manuel Pulgar Vidal (tbc)

Marina Melanidis, Founder & Partnerships Director, Youth4Nature

Marie-Claire Graf, United Nations Climate Youth Champion

Mathis Wackernagel, Founder and President of the Global Footprint Network

Andrew Andrea, CEO & Founder, Alliance4Impact, Sustainable Impact Association

Dawn Slevin, MD ELS Europe and member European Commission Technical Expert Group

Stuart Cowan, Director, Regenerative Communities Network

Pam Pearson, Director, International Cryosphere Climate Initiative

Petra Kuenkel, Director, Collective Leadership Institute

Dennis Garrity, Chair, Global EverGreening Alliance
Freya Ridgway Yost, Chief Operations Officer, Common Earth

Dennis Garrity, Chair, Global EverGreening Alliance

Jacqueline McGlade, Former Chief Scientist UNEP, Professor University College London, Strathmore University

John B. Fullerton, Founder and President of the Capital Institute

Stuart Cowan, PhD, Director, Regenerative Communities Network

Nigel Purvis- Executive Director, Climate Advisors tbc

Maria Neira – WHO tbc

Eva Zabey, Business for Nature tbc

Prof Natalie Seddon, Nature Based Solutions Initiative tbc

Kate Raworth tbc

Jeremy Oppenheim, Founder SYSTEMIQ tbc

Gunhild Stordalen , Founder, EAT tbc

Justin Adams, Tropical Forest Alliance tbc

Global Alliance for the Future of Food, tbc

CEO – Quantis tbc

Florence Jeantet OP2B tbc

Luis Alberto Camargo, Founder and Director  – OpEPA – Organización para la Educación y Protección Ambiental

Melina Ángel & Luis Camargo, Colombia Regenerativa

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