ANIMALI “CRIMINALI”

Duemila specie animali in duecento paesi commettono regolarmente atti che le portano a entrare in conflitto con gli umani.

In passato gli animali che “infrangevano le leggi” (umane!) venivano sterminati. E oggi?

Nel suo ultimo libro, la famosa divulgatrice scientifica Mary Roach parla con chi con gli orsi lavora, per il bene loro e delle persone con le quali devono condividere l’habitat. 

Sono loro, gli esperti, a spiegare che cosa fare quando un orso attacca. E come affrontare i nuovi problemi di convivenza provocati dal cambiamento climatico. Riduzione del letargo e aumento del tasso di riproduzione inclusi. 

 

Quest’anno gli orsi neri stanno dando parecchio lavoro a Kurtis. E non se lo aspettava nessuno, perché in primavera è piovuto parecchio. Si ritiene che i conflitti uomo-orso si intensifichino con la siccità, non con la pioggia abbondante.

Ma l’anno precedente era stato molto secco, e Kurtis ha sentito dire che la siccità spinge alcune piante a produrre un eccesso di materiale riproduttivo – frutti, semi, bacche, ghiande – per poi ridurre la quantità l’anno successivo. “Cercano di spargere i semi perché sono convinte di stare per morire. E poi, quando arriva un anno piovoso, si concentrano di più sulla crescita.”

Non so se è questo il caso, ma mi piace questa visione degli alberi che si preoccupano, stabiliscono delle priorità e pianificano le fasi del loro decesso.

Breck, dal sedile posteriore, dice che c’entra anche l’aumento delle temperature, che accorciano la durata del letargo. In uno studio del 2017, lui e sei biologi del Colorado Parks and Wildlife hanno radiocollarato cinquantuno orsi neri adulti e monitorato le tempistiche e la durata dell’ibernazione insieme ai fattori ambientali. A ogni aumento della temperatura di 1,8 gradi Fahrenheit, l’ibernazione si riduceva di circa una settimana. Sulla base delle attuali proiezioni sul cambiamento climatico, gli orsi neri del 2050 andranno in letargo per un numero di giorni compreso tra quindici e quaranta giorni in meno rispetto a oggi. Sono quindici o quaranta giorni in più passati in giro in cerca di cibo. Alle possibili conseguenze del cambiamento climatico va aggiunta la voce “aumento di irruzioni di orsi in casa”.

Anche la disponibilità alimentare influisce sull’ibernazione. Se un anno il cibo abbonda, gli orsi vanno in letargo per periodi più brevi. Per un orso che inizia a fare affidamento su alimenti di origine antropica, ogni anno è un anno abbondante.

Breck ha scoperto che il letargo degli orsi che andavano alla ricerca di cibo principalmente nelle aree urbane durava un mese in meno rispetto a quello degli orsi che cercavano sostentamento nel loro habitat naturale. Un’altra conseguenza preoccupante dell’abbondanza di cibo è che il tasso riproduttivo aumenta. Le femmine di orso bruno possono usare una strategia riproduttiva chiamata “impianto ritardato”. Gli ovuli fecondati si segmentano in cellule chiamate blastocisti che si conservano in stand-by nell’utero durante l’estate. Se poi si impianteranno nell’utero – e in che numero – in autunno, dipende dallo stato di salute della madre e da quanto ha mangiato.

 

Nella maggior parte dei casi, gli orsi attaccano per difendersi. Si chiamano “falsi attacchi”. Succedono perché magari avete spaventato l’orso o vi siete avvicinati troppo e lui vuole farvi allontanare. “Si alza sulle zampe posteriori per sembrare più grosso. Tiene le orecchie dritte, anziché abbassate. Magari sbatte le zampe per terra, sbuffa.” Fa schioccare le fauci. (Niente ringhi né ruggiti, è una cosa che si vede quasi soltanto nei film.)

“Vuole solo farvi morire dallo spavento.” I grizzly si sono evoluti in un habitat più aperto e povero di vegetazione degli orsi neri. Spesso non possono fuggire nella foresta come può fare – e di solito fa – un orso bruno spaventato. Quindi fanno fuggire te. La reazione migliore in caso di falso attacco è di apparire meno minacciosi possibile. Indietreggiare lentamente. Parlare con l’animale con un tono di voce calmo. Probabilmente andrà tutto bene, persino se vi siete imbattuti in una femmina con i suoi cuccioli.  

In caso di attacco predatorio, la strategia di sopravvivenza è l’opposto. Questo tipo di attacco, benché raro, inizia in silenzio, con grande concentrazione. Contrariamente alla credenza comune, è più frequente negli orsi bruni che nei grizzly. (Sebbene siano casi rari in entrambe le specie.) L’orso può seguirvi a distanza, girarvi attorno, scomparire e poi riapparire. Se inizia la sua carica tenendo le orecchie piatte, siete voi che dovrete mettergli paura. Aprite la giacca in modo da apparire più grossi. Se siete con altre persone, stringetevi in gruppo e urlatecosì sembrerete una creatura enorme e minacciosa. “Cercate di fargli capire che non vi arrenderete senza combattere”, dice Aaron. “Battete i piedi per terra, lanciate sassi”.

 

 

Mary Roach è una giornalista scientifica. Scrive per il “New York Times Magazine”, il “National Geographic” e “Outside”. È autrice di diversi saggi, tutti bestseller negli Stati Uniti. In Italia ha pubblicato: Stecchiti (Einaudi, 2005), Spettri (Einaudi, 2006), Godere (Einaudi, 2008) e Come vivremo su Marte (Il Saggiatore, 2017). Vive a San Francisco.

 

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