CULTURA, OGNI GESTO CONTA

di Francesca Colombo

La pandemia ci ha privati del superfluo. E ci ha fatto riscoprire i valori e i bisogni primari: natura e cultura. Ora che i cittadini affollano i parchi urbani, dobbiamo reagire creativamente per valorizzare il nostro patrimonio. Tutti insieme e ciascuno con i suoi gesti quotidiani, per una cultura più profonda del bene pubblico.

Uno dei desideri più forti delle persone a Milano, dopo l’esperienza responsabile del lockdown, è stato quello di invadere i parchi cittadini, non le grandi vie pedonali dello shopping. Lo abbiamo vissuto anche a BAM, il parco della Biblioteca degli Alberi, dove i cerchi rossi che abbiamo ideato e disegnato sui prati rasati sono stati subito goduti dalla cittadinanza, e dove una semplice scritta con l’erba “BAM loves (cuore) MILANO”, il nostro omaggio alla città per il giorno di inizio della fase due, ha fatto impazzire la rete con oltre 10.000 likes.

La pandemia ci ha privati delle cose superflue, ci ha spinto a rivedere i nostri valori e le nostre priorità, a dare valore ai piccoli gesti quotidiani facendo spazio dentro di noi e anche all’”altro”. Ci ha fatto godere di quanto abbiamo sempre avuto a portata di mano e che avevamo smesso di apprezzare: il canto degli uccelli, la bellezza dei fiori, il colore e il sapore del cibo. Ci siamo consolati cantando sui balconi, ascoltando la musica, leggendo poesie, guardando film. Abbiamo riscoperto i bisogni primari dell’uomo: la natura e la cultura, ciò che definisce il valore di una vita.
Sono proprio questi due mondi che mi affascinano e che personalmente cerco di esplorare come persona e come manager culturale, mettendoli in dialogo.

La cultura e il patrimonio ci serviranno come luogo di idee e di dialogo per reinventare ciò che il COVID ha iniziato a trasformare: le relazioni interpersonali, la comunità del lavoro, i luoghi delle professioni e dello svago. Inoltre lo sviluppo di un nuovo modello di interazione con il lavoro (e il digitale) permetterà un uso più pervasivo e bilanciato delle città e dei nostri territori con, speriamo, una maggiore crescita dei patrimoni locali. Abbiamo la fortuna, come Paese Italia, di disporre di un grande patrimonio naturale e culturale diffuso in ogni angolo del Paese, dai piccoli borghi con pochi abitanti alle grandi città policentriche, dal Nord al Sud, da Est a Ovest.

Forti di questo slancio, dovremmo re-agire, ovvero agire creativamente, con azioni di sistema e con azioni individuali.
Da un lato quindi è bene che gli operatori culturali e i gestori del patrimonio naturalistico, dalle grandi Istituzioni alle piccole associazioni di quartiere, propongano una nuova offerta, nuovi format, nuovi luoghi e una cultura che dialoghi maggiormente con la natura, con la scienza, con il digitale, con l’urbanistica dei territori; che pensino ad un’offerta culturale capace di ascoltare anche il nuovo pubblico più giovane e multietnico che ha le sue esigenze, senza voler banalizzare e togliere aura e “gravitas” al settore culturale…, e che mettano tra le priorità i temi più gestionali di buona organizzazione, di educazione e formazione, di accoglienza, di saper comunicare, di saper gestire le partnership pubblico / privato.
Dall’altro lato, il ruolo “attivo” del singolo cittadino è fondamentale e si può tradurre in una maggiore fruizione del nostro patrimonio culturale – una visita al museo in più, un libro da leggere come regalo, un ascolto di una visita al museo in più, un ascolto di un concerto con il proprio figlio… e con una maggiore cura e un rispetto più profondo del bene comune – non calpestare i prati fioriti, offrire il proprio tempo come volontari, educare i propri figli sin da piccoli al valore della sostenibilità…

Ogni gesto conta, ogni cittadino può contribuire, con coscienza e con quanto può – il tempo, le risorse – a curare i luoghi pubblici e a rendere la vita migliore a sé stesso e agli altri, creando relazioni e diventando parte di piccole comunità contemporanee con cui condividere valori, azioni ed esperienze di senso.
L’importanza dell’educazione, la bellezza della natura e il potere della cultura vorrei fossero il motore della rinascita per costruire un “nuovo” futuro.

Francesca Colombo è direttore generale culturale del parco pubblico BAM, Biblioteca degli Alberi di Milano. Laureata in ingegneria gestionale e diplomata in pianoforte, viene spesso chiamata “ingegnere della cultura”. È stata Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Firenze, co-fondatore e segretario generale di MITO Settembre Musica, responsabile delle coproduzioni internazionali del Teatro alla Scala, ha diretto lo Stradivari Festival di Cremona e la Fondazione MAST di Bologna. 

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