FRA TERRA E ACQUA

“Un’autrice che ha cambiato il corso della Storia” per Al Gore, ex presidente Usa e grande ambientalista. “Una figura cruciale del Novecento” per la scrittrice Margaret Atwood, che firma l’introduzione a La vita che brilla sulla riva del mare.

Rachel Carson, antesignana dei movimenti ambientalisti, è stata una scienziata-scrittrice unica per capacità di osservare e per qualità della scrittura. In questo libro ci accompagna in un luogo ancestrale, dove il mistero della vita segue il ritmo delle maree…

Mare e natura

DALLA PREMESSA.

Come il mare stesso, anche la costa – il luogo dei nostri vaghi esordi ancestrali – affascina quelli di noi che vi fanno ritorno. Nei ritmi ricorrenti di flussi, riflussi e frangenti, e nella vita tanto varia lungo le linee di marea, c’è l’ovvia attrazione esercitata da movimento, variazione e bellezza. C’è poi anche, ne sono convinta, un incanto più profondo, che scaturisce dalla percezione di un’importanza e un significato interiori. Quando scendiamo verso la linea della bassa marea, entriamo in un mondo antico come le stesse terre emerse – il luogo primordiale dell’incontro tra gli elementi della terra e dell’acqua, un luogo di compromesso, conflitto ed eterno mutamento. Per noi, in quanto creature viventi, esso ha un significato speciale come area nella quale, o in prossimità della quale, un’entità che potrebbe essere distinta come Vita fu trascinata per la prima volta in acque basse, si riprodusse, evolse e diede origine a quel flusso di esseri viventi infinitamente vario poi emerso, nel tempo e nello spazio, per occupare la terraferma.

Per comprendere la costa, non è sufficiente stilare un catalogo delle sue forme di vita. La comprensione arriva solo quando, stando su una spiaggia, riusciamo a percepire i lunghi ritmi della terra e del mare, ritmi che scolpirono le sue forme terrestri e produssero la roccia e la sabbia di cui è composta: quando riusciamo a percepire con l’occhio e l’orecchio della mente l’onda della vita che si frange in continuazione sulle sponde, insistendo ciecamente e inesorabilmente per un appiglio. Per capire la vita delle coste non basta raccogliere una conchiglia vuota e dire «Questo è un murice», oppure «Queste sono ali d’angelo». L’autentica comprensione implica la penetrazione intuitiva della vita della creatura che un tempo abitava quella conchiglia vuota, intesa nel suo complesso: come sopravvivesse alle onde e alle tempeste, quali fossero i suoi nemici, come trovasse il cibo e si riproducesse propagando la sua specie, quali relazioni intrattenesse con il particolare mondo acquatico in cui viveva.

Le coste del mondo possono essere suddivise in tre tipi fondamentali: gli aspri litorali rocciosi, le spiagge sabbiose e le barriere coralline – con tutti gli aspetti associati. Ciascuna di esse ospita la sua comunità tipica di piante e animali. La costa atlantica degli Stati Uniti è una delle poche al mondo che presentino chiari esempi di ciascuna tipologia. Benché io l’abbia scelta come scenario per le mie descrizioni della vita costiera, queste ultime, nelle loro linee generali, possono applicarsi a molti litorali della Terra: tale è infatti l’universalità del mondo marino. Ho cercato di interpretare l’ambiente dei litorali nei termini di quell’essenziale unità che lega la vita alla Terra.

DAL CAPITOLO 1.

La riva del mare è un luogo strano e bellissimo. Durante tutta la lunga storia del pianeta è stata un’area inquieta, dove le onde si frangevano pesanti contro la terra, e dove le maree premevano sui continenti per poi arretrare e quindi tornare ad avanzare. La linea di costa non è mai esattamente la stessa per due giorni consecutivi. Non solo le maree avanzano e si ritirano seguendo i loro ritmi eterni: anche il livello del mare non è mai statico, si alza o si abbassa con lo scioglimento o l’espansione dei ghiacci, quando il fondale dei bacini oceanici profondi si muove sotto il carico crescente dei sedimenti, o quando la crosta terrestre, nell’adeguarsi a pressione e tensione, si deforma alzandosi o abbassandosi lungo i margini continentali. Oggi il mare ha fatto propria un po’ di terra in più, domani sarà un po’ meno. La riva del mare resta sempre un confine elusivo e indefinibile. La costa ha una duplice natura, poiché si modifica con l’alternarsi delle maree, ora possedimento della terra, ora del mare. Con la bassa marea sperimenta i rigori estremi del mondo emerso, ritrovandosi esposta al caldo e al freddo, al vento, alla pioggia e all’azione essiccante del sole. Con l’alta marea diventa un mondo acquatico, tornando brevemente alla relativa stabilità del mare aperto. Solo le creature più resistenti e adattabili riescono a sopravvivere in una regione tanto mutevole; eppure, l’area compresa tra le linee di marea è affollata di piante e animali. In questo difficile mondo costiero, la vita esibisce una robustezza e un’energia enor-mi, occupando quasi ogni nicchia concepibile. 

Rachel Carson (1907-1964) biologa marina, riconosciuta come la madre dell’ambientalismo, nel 1962 rivelò al mondo i pericoli derivanti dall’u-so dei pesticidi e dei fertilizzanti con il saggio Primavera silenziosa (Feltrinelli), diventa-o poi un bestseller internazionale. Per Aboca edizioni ha pubblicato Brevi lezioni di meraviglia. Elogio della natura per genitori e figli (2020).

16 Shares:
Ti potrebbe interessare anche
Leggi di più

VOLER BENE AL MONDO

di Lucio Cavazzoni Riprendiamo il dibattito lanciato da Giuseppe Barbera e da Jacopo Orlando: se tutto è “sostenibile”,…
Leggi di più

CONCIMIAMO IL FUTURO

di Antonio Pascale Potremmo tornare indietro, certo. Lasciare le città per le fattorie, allevare il bestiame e spargere…
Leggi di più

MA CHE COSA “SOSTENIAMO”?

di Tim Morton Il filosofo inglese Tim Morton  è una star mondiale del pensiero (critico) ecologico. Ha collaborato…
Leggi di più

TANTI ECO-AUGURI

di Giovanna Zucconi E se aggiornassimo i classici buoni propositi per l’anno nuovo in chiave di sostenibilità e…