Dopo un corpo a corpo intellettuale durato decenni, il grande fisico e saggista Fritjof Capra raccoglie in un unico volume tutti i suoi scritti su Leonardo da Vinci.
Presentando il libro, in questo testo inedito Capra spiega perché la visione “universale” e sistemica di Leonardo è tanto importante ora che i limiti del meccanicismo sono evidenti. E si chiede quale sarebbe stata l’evoluzione della scienza occidentale se Galileo, Cartesio, Bacone avessero conosciuto il suo pensiero.

Leonardo da Vinci, il grande genio del Rinascimento, è stato l’argomento di centinaia di libri sia dotti che popolari. Tuttavia, ci sono sorprendentemente pochi libri dedicati alla scienza di Leonardo, anche se ha lasciato codici voluminosi densi di descrizioni dettagliate dei suoi esperimenti, magnifici disegni, e di lunghe analisi delle sue scoperte. Inoltre, quasi tutti gli autori che hanno studiato l’opera scientifica di Leonardo, lo hanno fatto guardandolo attraverso lenti newtoniane. Questo ha spesso impedito loro di comprendere la sua natura essenziale.
Soltanto ora, dopo cinque secoli dalla morte di Leonardo, nel momento in cui i limiti della scienza newtoniana stanno diventando fin troppo evidenti e la visione del mondo meccanicistica di tipo cartesiano sta cedendo il passo a una visione olistica ed ecologica non dissimile da quella di Leonardo, possiamo cominciare ad apprezzare tutta la forza della sua scienza e la grande rilevanza che essa ha per la nostra epoca.
UN PENSATORE SISTEMICO
Sono rimasto affascinato dagli studi scientifici di Leonardo per diversi decenni, e ho studiato da oltre dieci anni i suoi scritti in facsimile dei suoi famosi codici. Mi resi conto ben presto che il motivo del mio grande fascino risiedeva nella natura stessa del suo pensiero.
Leonardo da Vinci era quello che nel linguaggio scientifico di oggi si direbbe un pensatore sistemico. Comprendere un fenomeno, per lui, significava metterlo in collegamento con altri fenomeni attraverso una somiglianza di schemi (flusso turbolente dell’acqua e il “flusso” dei capelli). Di solito lavorava su diversi progetti allo stesso tempo, e quando la sua competenza avanzava in un ambito, se ne serviva per riconsiderare le proprie idee in altri settori correlati.
Perciò, per apprezzare appieno la portata del genio scientifico di Leonardo, sarebbe necessario avere costantemente presente l’evoluzione del suo pensiero in molte discipline parallele ma interconnesse. Con questo criterio ho proceduto nel lavoro di assimilare e comprendere il pensiero scientifico di Leonardo da Vinci. Avendo io stesso esplorato e contribuito alla comprensione sistemica della vita che è emersa nella scienza negli ultimi decenni, ho trovato molto naturale analizzare e interpretare la scienza di Leonardo da questa prospettiva. Credo infatti che la costante attenzione a relazioni, schemi, qualità e trasformazioni nei suoi scritti, disegni e dipinti – i segni rivelatori del pensiero sistemico – sia stato ciò che mi ha inizialmente attratto verso il suo lavoro e che mi ha tenuto completamente affascinato per così tanti anni.
Leonardo aveva l’intenzione di presentare i risultati delle proprie ricerche nella forma di un insieme coerente e integrato di conoscenze. Se non riuscì mai a farlo fu perché nel corso della sua vita sentì più forte l’obbligo di espandere, perfezionare e documentare le sue indagini che non quello di ordinarle in modo sistematico. È per questo motivo che, nei secoli successivi alla sua morte, coloro che hanno studiato i suoi famosi codici hanno avuto la tendenza a considerarli disorganizzati e caotici. In realtà, secondo me, nella mente di Leonardo quella scienza non era affatto priva di ordine; anzi gli offriva un quadro coerente e unificante dei fenomeni naturali. Ma tale quadro è radicalmente diverso da quello di Galileo, Cartesio e Newton.
UN RESOCONTO COERENTE
Dopo aver studiato per più di 10 anni i quaderni di Leonardo, mi sono ritrovato con oltre 400 pagine fitte di annotazioni. Ho quindi organizzato i miei appunti in una cornice di riferimento che credo rispetti il pensiero di Leonardo – la sua teoria della percezione e della conoscenza, la dinamica dei fluidi, la geologia, la botanica, la meccanica e l’anatomia. Nei suoi manoscritti troviamo numerosi promemoria su come alla fine avrebbe integrato l’intero corpus delle sue ricerche in un tutto coerente. Ho cercato di seguire questi indizi. Infatti, i titoli di alcuni capitoli del mio volume – “I moti dell’acqua”, “Gli elementi della meccanica”, “La figura umana” – sono quelli che Leonardo stesso intendeva utilizzare.
Per varie ragioni, non sono riuscito a pubblicare questo resoconto coerente e organico in un unico volume, come avevo inizialmente previsto. L’ho invece pubblicato in tre libri negli anni. Sono molto grato ai miei editori di Aboca per aver reso possibile raccogliere in un unico volume, e una bella edizione, il contenuto essenziale di quei tre libri secondo la mia concezione originale – e, credo, quella di Leonardo – della sua scienza. Questo è l’unico libro in cui troverete tutte le branche della scienza “universale” di Leonardo da Vinci in un quadro concettuale coerente e interpretato nella prospettiva della scienza del XXI secolo.
UNO SCIENZIATO DELLA VITA
Dalle mie esplorazioni di tutti i rami della scienza leonardesca è emersa la consapevolezza che, sostanzialmente, Leonardo ha sempre cercato di comprendere la natura della vita. La sua è una scienza delle forme viventi, e la sua arte si è posta al servizio di questa persistente ricerca dei segreti interiori della vita. Per dipingere le forme viventi della natura, Leonardo sentiva di aver bisogno di una comprensione scientifica delle loro qualità intrinseche e dei principi sottostanti; e per analizzare i risultati delle sue osservazioni, aveva bisogno della sua abilità artistica per rappresentarli. Credo che questa sia l’essenza della sua sintesi tra arte e scienza.
Leonardo si considerava non solo un artista e un filosofo naturale (come venivano chiamati gli scienziati al suo tempo), ma anche un inventore. Secondo lui, l’inventore era colui che creava un manufatto o un’opera d’arte assemblando vari elementi in una nuova configurazione non presente in natura. Questa definizione si avvicina molto al nostro concetto moderno di designer, che non esisteva nel Rinascimento. In effetti, sono giunto a credere che l’ampia attività di Leonardo da Vinci, l’archetipo dell’uomo rinascimentale, sia meglio esaminata all’interno delle tre categorie di arte, scienza e design. In tutte e tre egli utilizza la natura vivente come mentore e modello. Infatti, approfondendo la mia lettura dei codici, ho scoperto non solo il Leonardo pensatore sistemico ma anche, con mia grande sorpresa, il Leonardo ecologista ed ecodesigner.
Il costante sforzo di mettere la vita al centro della sua arte, della sua scienza e del suo design, e il riconoscimento che tutti i fenomeni naturali sono fondamentalmente interconnessi, sono lezioni importanti che possiamo imparare da Leonardo oggi. La sua sintesi, quindi, non è solo affascinante intellettualmente, ma anche estremamente rilevante per il nostro tempo.
UN NUOVO APPROCCIO EMPIRICO
Cent’anni prima di Galileo e di Bacone, Leonardo elaborò da solo un nuovo approccio empirico alla conoscenza. Come illustro in dettaglio nel libro, questo approccio prevedeva osservazioni sistematiche, esperimenti, misurazioni attente e ripetute, la formulazione di modelli teorici, e frequenti tentativi di generalizzazione matematica: le caratteristiche principali di quello che oggi è conosciuto come metodo scientifico.
Il metodo di Leonardo non si basava soltanto su un’osservazione attenta e sistematica della natura, ma comprendeva anche un’analisi dettagliata dello stesso processo di osservazione. Iniziò quest’analisi con studi sulla prospettiva (indagando su come la distanza, la luce e le condizioni atmosferiche influenzino l’aspetto degli oggetti); esplorò la geometria dei raggi luminosi, l’interazione di luce e ombra e la natura stessa della luce; studiò anche l’anatomia dell’occhio, la fisiologia della visione e i percorsi degli stimoli sensoriali attraverso i nervi fino al centro del cervello. Libero dalla divisione tra mente e corpo, che Cartesio avrebbe introdotto centocinquanta anni più tardi, Leonardo non separava l’epistemologia (la teoria della conoscenza) dall’ontologia (lo studio di ciò che esiste in sé nel mondo), né la filosofia dalla scienza e dall’arte.
MACRO- E MICROCOSMO
Le esplorazioni dei fenomeni naturali portate avanti da Leonardo nei più diversi campi si basano sull’idea che la natura nel suo complesso sia viva, e che gli schemi e i processi che avvengono nel macrocosmo della Terra siano simili a quelli che avvengono nel microcosmo del corpo umano. Ho perciò diviso i contenuti dell’opera scientifica di Leonardo in queste due categorie fondamentali: le forme e le trasformazioni della natura, rispettivamente nel macrocosmo e nel microcosmo.
Nel macrocosmo, i principali temi degli studi scientifici di Leonardo sono i moti dell’acqua e dell’aria, le forme e le trasformazioni geologiche della Terra vivente, e la diversità botanica e le forme di crescita delle piante. Nel microcosmo la sua attenzione si incentra soprattutto sul corpo umano: la sua bellezza e le sue proporzioni, la meccanica dei suoi movimenti, e come si confronta ai movimenti di altri organismi animali, in particolare al volo degli uccelli.
A differenza di Cartesio, Leonardo non pensava al corpo come a una macchina, ma riconosceva chiaramente che nell’anatomia degli uomini e degli animali sono coinvolte funzioni che possono essere comprese solo attraverso la conoscenza dei princìpi di base della meccanica. Di conseguenza, ricordava a sé stesso di far sì che il “libro delli elementi macchinali colla sua pratica vada innanzi alla dimostrazione del moto e forza dell’omo e altri animali”. Ho seguito il suo consiglio. Le pagine che ho dedicato agli “elementi macchinali” precedono quelle sul corpo in movimento.
LA NATURA DELLA VITA
Come ho menzionato, le forme di Leonardo sono forme viventi, continuamente modellate e trasformate da processi sottostanti. Per tutta la sua vita studiò, disegnò e dipinse le rocce e i sedimenti della Terra, modellati dall’acqua; la crescita delle piante, modellata dal loro metabolismo; e l’anatomia del corpo in movimento.
Alla base della ricerca di Leonardo ci fu sempre il tentativo di capire la natura della vita. Questa ricerca insistente culminò negli studi anatomici del cuore e dei vasi sanguigni, e in quelli di embriologia che egli intraprese in età avanzata. Le indagini che portò avanti sul mistero della vita nel corpo umano sono il tema finale della mia analisi della sua scienza.
SCOPERTE SCIENTIFICHE
In questo libro ho esaminato oltre cento scoperte scientifiche compiute da Leonardo da Vinci nel XV e nel XVI secolo. Presento anche un elenco di una cinquantina delle sue grandi scoperte in ordine cronologico e, accanto a esse, un’indicazione dei secoli in cui furono riscoperte da altri scienziati. Questo riassunto grafico serve a ricordarci in maniera immediata la portata impressionante del suo genio anticipatore in tantissimi campi scientifici.
Leonardo non pubblicò nessuna delle sue scoperte, né abbiamo traccia di qualsiasi corrispondenza con i filosofi naturali, matematici, ingegneri, medici e altri intellettuali con cui manteneva contatti regolari. Sebbene si possa supporre che abbia condiviso alcune delle sue intuizioni e dei suoi metodi di lavoro nelle conversazioni con questo entourage, non abbiamo alcuna prova di un’influenza diretta dei suoi risultati scientifici sulle generazioni successive di scienziati.
Oggi, mentre stiamo elaborando una nuova interpretazione sistemica della vita in cui si pone una forte enfasi sulla complessità, reti e schemi d’organizzazione, assistiamo alla nascita graduale di una scienza delle qualità che presenta alcune notevoli somiglianze con la scienza delle forme viventi di Leonardo. Non possiamo fare a meno di chiederci come si sarebbe potuto sviluppare il sapere occidentale se i codici di Leonardo fossero stati studiati dai fondatori della Rivoluzione Scientifica nel XVII secolo.
Galileo, Newton e i loro contemporanei — come si deduce chiaramente dai loro carteggi — lottavano con molti di quegli stessi problemi che Leonardo aveva identificato, e spesso risolto, con uno o due secoli d’anticipo. Inoltre, usavano le sue stesse metafore e ragionavano in modo simile al suo. Perciò avrebbero compreso quei quaderni molto meglio di noi. Se fossero stati a conoscenza delle sue scoperte, senza dubbio l’evoluzione della scienza avrebbe preso una strada molto diversa, e l’influenza di Leonardo da Vinci sul pensiero scientifico potrebbe essere stata profonda quanto il suo impatto sulla storia dell’arte.
Fritjof Capra, Ph.D., fisico e teorico dei sistemi, autore di vari bestseller internazionali, tra cui The Tao of Physics (1975) e The Web of Life (1996). È coautore insieme a Pier Luigi Luisi del manuale multidisciplinare intitolato Vita e Natura. Una visione sistemica. Il corso online di Capra (www.capracourse.net) è basato sul suo manuale. Sempre per Aboca edizioni ha pubblicato Crescita qualitativa (con Hazel Henderson), Ecologia del diritto, Agricoltura e cambiamento climatico, Leonardo e la botanica, Discorso sulle erbe (con Stefano Mancuso).
Ha collaborato con Aboca Lifemagazine in numerose occasioni: