L’INTELLIGENZA DELL’INTESTINO

 

Un organo che pensa, comunica, produce sostanze indispensabili per la salute, controlla memoria, umore, ansia, resistenza allo stress. Non a caso l’intestino è ormai considerato il “secondo cervello” anche dai non addetti ai lavori.

Conoscere e preservare il nostro microbiota intestinale è fondamentale. Superati gli ovvi, superficiali pregiudizi,  l’intestino si rivela un mondo complesso, davvero affascinante. 

Sapete, per esempio, quanti sono i batteri all’interno del nostro corpo? Centomila miliardi. Pesano un chilo e mezzo, sono dieci volte più numerosi delle cellule umane e – soprattutto – svolgono funzioni essenziali per la nostra salute e il nostro benessere. 

 

ventriglia

Mettere sulla stessa riga, anzi sullo stesso piano, intestino e cervello potrebbe sembrare quasi una bestemmia. Nella percezione comune il cervello è infatti un organo superiore, nobile, complesso, mentre l’intestino viene considerato poco più di un tubo, una componente minore quasi “di serie B” del nostro organismo. I più attenti faranno notare che l’intestino è comunque importante perché ha a che fare con l’assorbimento degli alimenti. I più superficiali assoceranno invece, d’istinto, l’intestino alla fase finale della digestione… quindi al trasporto dei nostri residui alimentari, alle feci e a quanto di sgradevole all’olfatto e alla vista verrà in mente.

Eppure, l’intestino è un sistema straordinariamente complesso che grazie ad una consolidata serie di ricerche e di scoperte, sappiamo essere un organo in grado di pensare, agire, comunicare, soffrire, gioire e influenzare in modo estremamente rilevante tutta la nostra vita, il nostro equilibrio fisico e psichico e, in ultima analisi, il nostro benessere.

Come è possibile questo incredibile fenomeno?

Per spiegarlo, dobbiamo fare una premessa. All’interno dell’intestino, come in tutto il nostro corpo, c’è una popolazione sterminata di batteri. Qualcuno ha calcolato il loro peso (1,5 chilogrammi circa) e anche il loro numero: all’incirca centomila miliardi, una quantità dieci volte superiore a quello delle cellule “umane” che ammonterebbero all’incirca a diecimila miliardi. Come dire che per ogni cellula umana noi abbiamo circa dieci cellule batteriche. A fronte di questo dato incontrovertibile, va da sé che non possiamo pensare ai batteri sempre e solo in termini negativi, ossia come fonte di infezioni e quindi di malattie potenzialmente gravi.

E senza contare che questo immenso mondo microscopico comprende, oltre ai batteri, anche virus (estremamente difficili da identificare e studiare), funghi e protozoi. Un mondo conosciuto comunemente con il termine di flora intestinale, ma che più correttamente dobbiamo imparare a definire microbiota.

Una presenza di questa entità non può essere casuale e deve avere una sua profonda ragion d’essere nella nostra esistenza. In effetti gli scienziati hanno evidenziato da anni che i batteri intervengono in
tantissime ed importantissime funzioni del nostro organismo e che da loro, dalla loro diversità e dal loro equilibrio dipende il mantenimento della nostra salute e del nostro benessere.

Sono loro che producono sostanze (vitamine, ma non solo) indispensabili per la nostra salute, che controllano la capacità di assorbire le calorie, che regolano le nostre difese immunitarie e ci proteggono contro germi potenzialmente nocivi. E sono loro che, secondo più recenti scoperte, intrecciano un fitto dialogo con il cervello svolgendo azioni quali il controllo dell’apprendimento, della memoria, dell’ansia, dell’umore, della resistenza allo stress.

Era stato Michael D. Gershon, uno studioso americano, responsabile del Dipartimento di Anatomia e Biologia cellulare della Columbia University, a dimostrare per primo l’importanza dell’intestino e le sue complesse interazioni a livello delle funzioni neurologiche. Intestino Secondo Cervello è appunto il titolo di un suo famoso libro del 1998, che contribuì in modo rilevante alla diffusione anche tra i non addetti ai lavori delle profonde interazioni tra i due cervelli: quello “di sopra” posto dentro la testa e quello “di sotto” situato appunto nell’intestino.

Egli dimostrò le forti analogie strutturali esistenti fra il cervello e l’intestino, ricchissimo delle cellule tipiche del Sistema Nervoso (i neuroni) e in grado di produrre sostanze (i neurotrasmettitori, una quarantina almeno, di cui il più famoso è la serotonina) fondamentali per il controllo delle funzioni “superiori” quali, appunto, l’umore, il sonno, la sessualità e così via.

salute

Negli anni si sono moltiplicate le ricerche che hanno dimostrato in modo incontrovertibile lo stretto legame tra microbiota intestinale e condizioni di salute e malattia

La conclusione di queste brevi note non può che concludersi con un pressante invito ai nostri lettori: preservare il nostro microbiota intestinale vuol dire intervenire attivamente per proteggere la nostra
salute e ridurre il rischio di malattia.

Ma, in pratica, cosa possiamo fare per raggiungere questo obiettivo?

Con due strategie: la prima finalizzata a mantenere l’equilibrio tra le specie microbiche “buone” (eubiosi), la seconda finalizzata a prevenire l’alterazione di tale equilibrio (disbiosi) causa di obesità, asma, allergie e di patologie anche gravi quali le malattie infiammatorie croniche intestinali, la gastrite, l’ulcera peptica, la sindrome dell’ intestino irritabile, il cancro dello stomaco  e del  colon .

L’eubiosi si giova innanzitutto di un corretto stile di vita che inizia praticando attività fisica in modo costante e rispettando le buone regole di un’alimentazione sana basata sul modello della dieta mediterranea, ricca di alimenti di origine vegetale ( cereali, meglio se integrali, verdure, insalate, legumi, frutta fresca e secca) e con consumo moderato di alimenti di origine animale come pesce, carne bianca,  latticini  e uova. Tutti alimenti preziosi anche per i nostri batteri.

La disbiosi (riduzione delle specie benefiche e della diversità delle specie batteriche con aumento delle specie dannose) si previene evitando i cosiddetti “cibi spazzatura” (junk food), gli zuccheri raffinati, le bevande zuccherate, le grandi quantità di  grassi  saturi e di  proteine  di origine animale. Ed evitando il fumo, l’abuso di alcol e la vita sedentaria.

Altra causa molto importante di squilibrio del microbiota intestinale, con le conseguenze negative che abbiamo visto, è il cattivo uso di farmaci specialmente di due categorie molto “abusate” quali gli antibiotici e gli inibitori della pompa protonica, comunemente noti come “gastroprotettori”… anche se in realtà tali non sono! Ricordiamo che i farmaci possono essere strumenti straordinari di difesa della salute, ma a patto che ci sia sempre un buon motivo per assumerli, nella giusta dose e per il giusto periodo di tempo!

Giuseppe Ventriglia, medico chirurgo, è il responsabile nazionale dell’area Formazione della Società Italiana di Medicina Generale.

 

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