a cura di Comunicazione Scientifica Aboca
Chi è guarito dal virus (in Italia circa 3 milioni di persone) ma anche chi non si è ammalato: tutti siamo coinvolti nel dopo-pandemia.
Mai come oggi la salute globale è un bene comune. Per salvaguardarla, capiamo insieme gli effetti (non solo sanitari) del virus. Ecco la prima parte della nostra Guida.

Il Covid riguarda tutti, il Covid riguarda tutto. Più che una pandemia, quella da SARS-CoV-2 è ormai considerata una sindemia : un insieme cioè di patologie non solo sanitarie, ma anche sociali, economiche, psicologiche. È indubbiamente uno dei più grandi shock che ha colpito l’umanità negli ultimi decenni, con effetti di lunga durata sia per chi, colpito dalla malattia e uscito dalla fase acuta, continua ad avere disturbi, sia per il resto della popolazione. Anche chi non si è ammalato di Covid, manifesta problemi conseguenti allo stress da confinamento e alle nuove abitudini imposte dalla prevenzione (igiene di mani, bocca e naso) e richiede supporto per le difese dell’organismo, per la riduzione del sovrappeso e problemi correlati, per lo stress psico-emotivo e per i disturbi del sonno e dell’umore.
Mai come oggi la salute globale, a cominciare dalle norme di prevenzione, è diventata di fondamentale interesse. “Davanti a malattia, morte, confusione e perdite di tale entità, la tragedia più grande sarebbe se ‘sprecassimo’ questa crisi non portando a casa una grande lezione e non preparandoci per il futuro”, ha affermato l’epidemiologo di fama mondiale Michael Osterholm, direttore del Center for Infectious Disease Research and Policy, consulente di Joe Biden e autore di Il peggior nemico (Aboca Edizioni).
Quali sono i sintomi più comuni da Long Covid?

Le categorie maggiormente colpite da Long Covid.
È emerso dagli studi che le donne hanno circa il doppio delle probabilità di sviluppare il Long Covid rispetto agli uomini, ma solo fino ai 60 anni circa, quando il livello di rischio diventa simile tra i due sessi. È noto come il virus attivi un’importante risposta infiammatoria e questo potrebbe giustificare la più elevata incidenza di questa sindrome nel sesso femminile. Infatti, la risposta immune sia per fattori genetici che ormonali è più forte nelle donne rispetto agli uomini3,4 . Oltre al genere, anche l’età avanzata e un indice di massa corporea più alto sembrano essere fattori di rischio per subire la condizione di Long Covid. Recentemente è stata segnalata la comparsa dei sintomi da Long Covid anche in età pediatrica7,8 . Uno studio di un gruppo di ricerca del Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino e di Sanità Pubblica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma, in una coorte di 129 bambini con diagnosi confermata di Covid-19, ha osservato che il 27.1% aveva almeno un sintomo a distanza di oltre 120 giorni dalla prima diagnosi, e 3 o più sintomi nel 20.6% dei casi. Tra quelli più frequenti si riscontravano dolori muscolari e articolari, cefalea, disturbi del sonno, dolore toracico o sensazione di costrizione toracica, palpitazioni e disturbi del sonno.
(Fine della prima parte)
1 Lopez-Leon S. et al. MedRxiv, 2021 . https://doi.org/10.1101/2021.01.27.21250617
2 Ravi Gupta et Al. COVID-Somnia: How the Pandemic Affects Sleep/Wake Regulation and How to Deal with it? Sleep Vigil. 2020 Dec 3 : 1–3.