di Giovanna Zucconi
E se aggiornassimo i classici buoni propositi per l’anno nuovo in chiave di sostenibilità e salute per le persone e per il pianeta?
Nella cultura del “troppo”, vero baco di ogni idea di sostenibilità, ci sono anche i troppi buoni eco-propositi per l’anno nuovo. La rete ne è strapiena, come un supermercato delle intenzioni virtuose.
Quasi metà delle persone, pare, ha aggiornato in chiave green l’elenco dei comportamenti da migliorare.
Noi lo scorso anno ne abbiamo elencati sette, legati alla salute delle persone e del pianeta. Quest’anno riduciamo ancora. In fondo, dimagrire è il più classico dei buoni propositi per il futuro. Che proviamo a rileggere in termini di sostenibilità.
FARE PIÙ SPORT.
Un ottimo esercizio da aggiungere alla ginnastica o al jogging, sarebbe approfondire il tema del collegamento fra la nostra salute individuale e quella ambientale. Così come pratichiamo la ricerca di una concezione non edulcorata né semplicistica dell’idea di natura e di “naturale”, altrettanto ci proponiamo di sviluppare insieme la muscolatura intellettuale necessaria a leggere il rapporto fra umani e ambiente in chiave di complessità e di visione sistemica.
SMETTERE DI FUMARE.
In senso lato, intendiamolo come smettere di immettere sostanze nocive nel nostro corpo e nell’ambiente circostante. Quali sono lo sappiamo benissimo, così come conosciamo i meccanismi delle dipendenze anche da ciò che ci danneggia. È dunque uno dei tanti buoni propositi destinati a fallire nel giro di qualche settimana? Non necessariamente, perché il passaggio a una dimensione collettiva e condivisa rende più praticabile l’intenzione di avvelenar(ci) un tantino di meno. Purché sempre senza sensi di eco-colpa.
DIMAGRIRE.
In termini astratti, la vera dieta è passare da una visione quantitativa a una visione qualitativa.
Più concretamente, perché non ripensare il nostro rapporto con il grasso corporeo? È solo così che nel nuovo anno potremmo costruirci un corpo nuovo.